Pubblicato da: Fuoridibici | 25 Maggio 2021

Alessandro Vanotti sul Giro d’Italia: “Complimenti a Nizzolo e forza Damiano Caruso”

Il Giro d’Italia 2021 è giunto al suo secondo giorno di riposo e noi abbiamo contattato l’ex professionista bergamasco Alessandro Vanotti, fedele compagno di squadra di campioni come Ivan Basso e Vincenzo Nibali, per avere il suo parere sulla corsa e su alcuni temi d’attualità.

Alessandro è stato in gruppo fino al 2016 e ora è un imprenditore, ma non ha smesso di seguire le gesta dei suoi ex colleghi:

“Esatto, la mia società si chiama Vanotti Cycle Camp (per chi fosse interessato: https://vanotticyclecamp.com/it/vanotti-cycle-team), ha sede a Bergamo ed è stata costituita per organizzare eventi sportivi, training camp per ragazzi e amatori e si occupa anche di sviluppo territoriale per il cicloturismo, team building ed incentive per le aziende. Sono anche ambassador e testimonial di vari marchi, tra cui Santini SMS, Trek Italia, Magnetic Days (rulli smart e interattivi), Galfer Brakes (freni a disco), Limar Helmets, Sidi Sport e Audi Prima Scelta Plus Bonaldi. Sono quindi piuttosto impegnato…. Nonostante tutto sono riuscito a seguire abbastanza le tappe del Giro e il gesto atletico più bello e di classe visto finora è stato quello di Giacomo Nizzolo a Verona, con quel recupero sul traguardo.

Tra gli uomini di classifica devo ammettere che la Maglia Rosa Egan Bernal fa davvero la differenza quando decide di attaccare, mi dispiace molto non aver potuto assistere al confronto con Mikel Landa. Sono molto contento del Giro che sta facendo Damiano Caruso, ho molta stima di lui e si meriterebbe davvero il podio finale a Milano. I nostri italiani si stanno comportando molto bene, stanno crescendo, bisogna solo avere fiducia e pazienza. Certo, trovare il successore di Vincenzo Nibali non sarà facile, ma non è detto…. Tutti comunque si stanno impegnando al massimo, federazione compresa, per salvaguardare la crescita dei nostri giovani. Per quanto riguarda invece gli stranieri emergenti, si dice un gran bene di Remco Evenepoel: penso però che il suo rientro alle corse dopo l’infortunio non sia stato gestito nel migliore dei modi, secondo me non doveva correre il Giro, o perlomeno non con la pressione della classifica.

Si dice tanto che il ciclismo è cambiato in poco tempo… Rispetto agli anni in cui ero anch’io in gruppo non trovo molte differenze, certo le biciclette e la preparazione atletica sono in continua evoluzione ed il livello globale si sta innalzando in ogni continente. Una cosa che mi fa riflettere però sono i tempi di recupero dell’atleta, che stanno diventando sempre più stretti, con un conseguente aumento dei livelli di stress; per questo motivo è importante avere direttori sportivi e preparatori atletici molto preparati anche sul piano umano e psicologico.”


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